Parco Nazionale

Parco nazionale del Vesuvio.

Il Parco nazionale del Vesuvio è nato il 5 giugno 1995 per il grande interesse geologico, biologico e storico che il suo territorio rappresenta. Il parco si sviluppa attorno al complesso vulcanico Somma-Vesuvio e la sede è situata nel comune di Ottaviano, in provincia di Napoli.

Storia:

Già annunciato dalla Legge quadro sulle aree protette del 1991, il parco nazionale del Vesuvio è stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 5 giugno 1995, principalmente per:

1)conservare i valori del territorio e dell’ambiente, e la loro integrazione con l’uomo;

2)salvaguardare le specie animali e vegetali, nonché le singolarità geologiche;

3)promuovere attività di educazione ambientale, di formazione e di ricerca scientifica.

All’interno del Parco è presente la Discarica di Cava Sari, per la quale il comune di Terzigno è stato al centro di varie polemiche a livello nazionale. Oltre Cava SARI sono presenti in area parco altre quattro discariche ufficiali ovvero quelle dell’Ammendola e Formisano ad Ercolano, La “Porcilaia” a Trecase, Cava La Marca a Somma Vesuviana e Cava Ranieri a Terzigno.

Incendio del 2017:

Tra il 5 e il 21 luglio 2017 il parco ha subito gravi danni ambientali a causa di un vasto incendio per il quale si ignorano ancora le cause dell’innesco (allo stato attuale esiste solo un rinviato a giudizio accusato di aver appiccato l’incendio a Torre del Greco, nella pineta nei dintorni della sua abitazione. Tale presunto piromane non è stato colto in flagranza di reato ed è imputato, dopo alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali dei suoi parenti stretti, per aver bruciato un ettaro di pineta.), che ha devastato una vasta area boschiva. A causa di un elevato tasso di siccità nella vegetazione naturale ed antropica, particolarmente per le aree di sottobosco presenti al di sotto delle vaste pinete artificiali impiantate durante gli anni Trenta del XX secolo sulla parte occidentale del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio. Il 5 luglio, da via Vesuvio ad Ercolano inizia un incendio purtroppo annunciato e che si propagherà fino all’apice del Monte Somma. L’incendio si è rapidamente propagato nei giorni successivi su un vastissimo fronte, che dai punti di innesco è arrivato a lambire i centri urbani di Torre del Greco ed Ercolano. Oltre ai Vigili del Fuoco ed ai volontari a terra, sul posto sono intervenuti tre Canadair e cinque elicotteri antincendio della Protezione Civile. Il fumo è ricaduto su una vasta zona della Campania, interessando le lontane località di Avellino e Benevento. L’area interessata dall’incendio ha superato i 1 980 ettari, dei quali circa 960 sono stati completamente distrutti; altri 770 ettari sono stati “molto danneggiati” e ulteriori 250 ettari hanno ricevuto danni minori. La distruzione della foresta ha avuto come conseguenza l’elevazione dell’indice di rischio idrogeologico per l’area interessata. Esiste infatti il rischio che, non più trattenuti dalla vegetazione, i piroclasti che coprono i fianchi del vulcano vengano dilavati dalla pioggia, causando danni a valle.Sull’argomento dell’incendio del luglio 2017 si è detto molto e spesso a sproposito, sono purtroppo circolate bufale sempreverdi come quella del sub pescato a mare dai Canadair o quella dei gatti kamikaze, quest’ultima riportata addirittura dal Mattino di Napoli, ma la dichiarazione più eclatante è stata quella del presidente del PNV che dichiarava, a tre giorni dall’inizio dell’incendio, che il parco era sotto l’attacco dei criminali, e questo senza prove evidenti, almeno in quei primi frangenti. Ad oggi non si è avuto riscontro di alcun attacco criminale organizzato, né tanto meno legato alla delinquenza organizzata, così come sottolineato dal generale Del Sette lo scorso mese di ottobre. Dalle parole non si è ancora passati ai fatti e, tra operazioni di facciata, convenzioni e protocolli poco chiari, i boschi vesuviani languono ancora in attesa di maggiore cura e provvedimenti che non siano lasciati ai posteri.

Flora e fauna:

Un’ulteriore singolarità di questo Parco è rappresentata dalla notevole presenza di specie floristiche e faunistiche se si rapporta alla sua ridotta estensione: sono presenti ben 612 specie appartenenti al mondo vegetale e 227 specie (tra quelle studiate) appartenenti a quello animale.