Eventi

Durante l’anno nel Borgo Casamale vengono fatti diversi eventi tra cui ogni 4 anni la famosa festa delle lucerne;

BORGO CASAMALE

PRESEPE VIVENTE:


Qui, ai piedi del Vesuvio, il Presepe Vivente nasce a metà degli anni ’90, quando un gruppo di giovani
del luogo, impegnati in diverse realtà associative, maturarono la prospettiva che il centro storico di
Somma Vesuviana, con la bellezza dei suoi luoghi e la vivacità della sua gente, potesse essere uno
scenario ideale per questo tipo di iniziativa.
Sin da suoi esordi, il Presepe Vivente al Casamale si è ispirato all’iconografia del Presepe Napoletano
Settecentesco, dove elementi fondamentali come la scena della Natività, il bivacco dei Pastori e la
carovana dei Re Magi, vanno a collocarsi in un contesto scenografico legato alla vita popolare della
Napoli antica, con la riproposizione di botteghe e mestieri del tempo.
Come tratto caratteristico, il Presepe al Casamale è stato sempre concepito come “recitato”, grazie al
contributo di molti dei partecipanti chiamati a rappresentare scene tratte da un repertorio teatrale
tradizionale. Sarà realizzato in ricordo di Vincenzo De Stefano detto ‘O panettiere prematuramente
scomparso.

’A FESTA ‘E SANT’ANTUONO:

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Torna al Casamale «’A festa ‘e Sant’Antuono», tra gli eventi più importanti nel panorama delle
celebrazioni religiose e degli appuntamenti popolari in Campania. L’evento rientra nel programma
«Un Borgo di Idee», interessante iniziativa promossa e organizzata dalle associazioni culturali,
teatrali e musicali del rione Casamale. Un fitto calendario di appuntamenti e manifestazioni volte alla
valorizzazione del quartiere medioevale, cuore di tutte le tradizioni popolari e i riti sacri della
cittadina sommese. In attesa, gli «amici» del Casamale si riuniranno nello spazio dell’Associazione
Il Torchio per i suggestivi e storici “Cunti” a cura della compagnia teatrale “Aspettando Michele”. “I
Cunti” e un buon bicchiere di vino per condividere obiettivi e progetti in nome del quartiere storico
sommesse, sofferente per l’incuria e l’indifferenza delle istituzioni. Gli amici del borgo, quelli che
sono nati e cresciuti tra i vicoli, quelli che sono stati “adottati”, quelli che lo amano a prescindere,
tutti quelli che da sempre, con discrezione e a fari spenti, si impegnano per migliorare storico quartiere
con mezzi propri, si ritroveranno domenica pomeriggio, e sarà festa.

CARNEVALE AL BORGO:


Diffusa nella cultura di varie zone d’Italia, la “Cantata dei 12 mesi” assume delle sfumature diverse a
seconda dei territori. La versione proposta al Borgo Casamale fa riferimento a quella tramandata da Michele
Febbraro, attore e regista di Somma Vesuviana, che ha legato la sua vita alla difesa e diffusione delle
tradizioni e che, dal 1976, ne ha rielaborato una sua versione, ispirandosi alla tradizione popolare.
è contenuta dell’acqua. Finita la veglia la bara viene portata per tutto il paese con la gente che assiste
dalle finestre, esplodendo anche qualche mortaretto, o piangendo e strillando alla vista del feretro. Il
tutto viene condito con una mesta musica, suonata seguendo la bara con fisarmoniche e clarinetti e da corone
di fiori costituite da fiori di mimosa e rami di pino, nonché della sposa che, lamentandosi declama il
rimpianto del morto.

FESTA DELLE LUCERNE:


La Festa delle Lucerne si svolge ogni quattro anni e con la sua antica magia ammanta di fascino il borgo
medievale di Casamale a Somma Vesuviana.
Si parte al tramonto quando una donna e un uomo (o mast e festa) accendono la prima candela;
è un attimo e tutte le stradine di Casamale si illuminano di luce tremula, complici della suggestione
centinaia di lumini a olio disposti su strutture di legno di ogni foggia – ogni vicolo ne ha una -, in un
tripudio di triangoli, cerchi, rombi e quadrati illuminati a giorno.
I vicoli sono agghindati a festa con rami di castagno, zucche svuotate e felci, allestimenti di scene di
vita contadina, tavole imbandite di buon cibo con fantocci e persone reali che celebrano la Madonna della
Neve, botteghe d’artigiano, punti ristoro e spazi d’arte che animano i tre giorni di festa. Sono ben 10 i
vicoli vestiti a festa (Coppola, Malacciso, Puntuale, Cuonzolo, Torre, Zoppo, Giudecca, Piccioli, Lentini,
Perzecchiello), illuminati da più di quattromila lumini. I telai sono vere e proprie ricorrenza della
Madonna della Neve, della Colleggiata, la statua della Santa viene portata in processione per le strade
del borgo con tanto di banda musicale e canti devozionali.
Durante i tre giorni di festa gli artisti locali saranno impegnati nell’allestimento delle quattro porte
d’accesso al borgo (Porta Piccioli, Porta Castello, Porta dei Formosi e Porta Terra), mentre l’acqua sarà
usata come elemento di decoro grazie a fontane e contenitori.
La festa delle lucerne si rifà ad antichi riti propiziatori che celebravano la fine dell’estate e la
lucerna rappresenta il femmineo come simbolo di riproduzione e nascita.

CRISOMMOLE:


La due giorni si inserisce nell’ambito della terza edizione di ‘Crisommole’, evento promosso da una rete
di associazioni e produttori agricoli dell’area vesuviana e dedicato alla riscoperta delle albicocche con
l’obiettivo di contribuire alla riflessione sulle ragioni della crisi di una delle produzioni agricole di
eccellenza del territorio e offrire, nel contempo, spunti e prospettive per rilanciare e rivitalizzare il
prodotto, espressione di una sapiente cultura e tradizione agricola del territorio dell’intero comprensorio

LA CATALANESCA:


La Catalanesca del Vesuvio, dal grappolo rado, gli acini rotondeggianti e la buccia dorata, spessa e
roccante, fu portata a Napoli dalla Catalogna da Alfonso I di Aragona nel XV secolo ed impiantata alle
pendici del Monte Somma, tra Somma Vesuviana e Terzigno, dove attecchì perfettamente.
Per molti anni è stata catalogata dai registri ampelografici come uva da tavola e pertanto non era consentito
vinificarla e commercializzarla come uva da vino, nonostante da sempre i contadini locali, consci delle sue
qualità, avessero in uso di trasformarla in vino. Ne sono testimonianza gli enormi torchi vinari risalenti al
‘600, facilmente reperibili negli antichi cellai delle masserie della zona, ricavati da tronchi di mastodontici
alberi di quercia, da cui assunsero la denominazione dialettale di “cercole”.
L’iter per far assumere alla Catalanesca il rango di uva da vino è iniziato negli anni ’90 con gli studi condotti
da Luigi Moio e Michele Manzo, che la dichiararono “un’uva con tutte le attitudini ad essere vinificata”, ma solo
nel 2006 è stata ufficialmente inserita nell’elenco delle uve da vino e dal 2011 può essere messa in commercio con
la tanto attesa ed agognata denominazione “Catalanesca del Monte Somma IGT”.
È un’uva tardiva, che si raccoglie tra Ottobre e Novembre: era consuetudine antica quella di portare i grappoli in
pianta fino al periodo natalizio, eliminando man mano gli acini guasti. Il disciplinare prevede che il vino sia
prodotto nei comuni di San Sebastiano al Vesuvio, Massa di Somma, Cercola, Pollena Trocchia, Sant’Anastasia,
Somma Vesuviana, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano e Terzigno. I suoli che caratterizzano il territorio del Monte Somma
– parte residuale dell’originario “Somma Vesuvio”, collassato a seguito di millenni di eruzioni, culminate in quella
del 79 d.C. – sono estremamente ricchi di minerali, caratteristica che dona all’uva una connotazione del tutto
particolare. Nella versione bianco secco, dà vita ad un vino di un bel giallo paglierino con i riflessi dorati tipici
del vitigno, dai profumi intensi di albicocca e ginestra, che lasciano presto spazio ad una mineralità preponderante,
sia al naso che in bocca. Necessita del giusto tempo in bottiglia per farsi apprezzare al meglio.